> 14 dicembre 2013: 1° incontro Scuola itinerante "l'Economia dei Beni Comuni" a Sezano - Monastero del Bene Comune

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giovedì 14 novembre 2013

> 14 dicembre 2013: 1° incontro Scuola itinerante "l'Economia dei Beni Comuni" a Sezano


SCUOLA  ITINERANTE

L’ECONOMIA DEI BENI COMUNI
E’ possibile costruire una “eco-nomia” fondata sui beni comuni? 
Ciclo di sei “lezioni”
Sezano, Bologna, Reggio Emilia, Roma, Città di Castello, Puglia
Dicembre 2013- Maggio 2014 



Tempo di conoscere per agire
L’opera di svuotamento  dei diritti umani e sociali (attraverso, principalmente, lo smantellamento della società del Welfare)  e del sistema di democrazia rappresentativa (via il primato attribuito agli interessi delle oligarchie tecno-finanziarie europee e mondiali), è stata possibile grazie alla devastazione dei beni comuni pubblici, collettivi, essenziali ed insostituibili per la vita ed il vivere insieme. 
Il furto della vita, dell’umanità e del futuro , compiuto in questi ultimi quaranta anni, è stato operato attraverso la mercificazione, la monetarizzazione, la finanziarizzazione e la privatizzazione dei beni comuni. La “res publica” è sparita dall’agenda politica (cioè dal sistema dei valori) delle società occidentali ed occidentalizzate.
Fra i risultati più perniciosi di detti processi è il furto delle parole attraverso le quali diamo senso alle maniere di "pensare"  e di “vedere” il mondo. La mistificazione impera, la vittima è trasformata in causa dei mali, i mezzi sono diventati i fini, i colpevoli sono esaltati come benefattori, l’arricchimento individuale predatore è imposto come virtù, le prigioni sono una priorità sulle scuole,  la tecnologia è proclamata la salvezza dell’umanità e della vita.
L’Europa delle classi dirigenti attuali (da quelle tedesche a quelle polacche passando  da quelle italiane, ceche, portoghesi, spagnole, belghe, per finire con quelle olandesi, svedesi  e soprattutto inglesi) è il continente dove la mistificazione ha costruito il capovolgimento di sistema in un senso negativo. Ciò spiega  perché ‘l’Europa’ è diventata il bersaglio di tante critiche, rigetti ed opposizioni. La mistificazione si è rivolta contro lo stesso  soggetto mistificatore. 
Le collettività locali sono, dal canto loro, confrontate al problema di sentirsi e di vedersi come “comunità” anziché come “territori”, spazi di rilevanza economica in quanto “luoghi di risorse naturali ed umani redditizie" da sfruttare al meglio da parte degli operatori  locali, nazionali ed internazionali in competizione tra loro. 
Cosi, le molteplici forme ed espressioni della vita e dei suoi valori comuni che sono la salute, la conoscenza, l’alloggio, l’acqua, l’alimentazione, la sicurezza, la bellezza, la pace, le foreste, l’educazione sono state ridotte  a merci, a mercati. “I diritti” sono diventati “il potere d’acquisto”. Il rendimento finanziario a corto termine decide del divenire di 500 milioni di europei. 
Quanto sopra non è necessariamente destinato a restare  la sola via possibile del divenire delle nostre società. Anzi, prima avviene la “rivoluzione” rispetto alle tendenze in corso, meglio sarà per il divenire umano e della vita sul Pianeta Terra di cui gli esseri umani sono i principali responsabili. Non è detto  però che ciò che è necessario sarà inevitabilmente  realizzato nei tempi giusti e nella misura voluta. Questo  è dovuto alle grandi ineguaglianze nei rapporti di forza ed ai deboli livelli di coscienza da parte delle popolazioni riguardo le potenzialità esistenti e  da creare. 
Da qui, l’imperativo di conoscere, condividere ed agire.  L’iniziativa “Dichiariamo illegale la povertà” è nata e maturata proprio a seguito  degli incontri della “scuola del vivere insieme” sulla finanza, sulla conoscenza, sulla città, sull’acqua negli anni 2008-2011. 
Il ciclo di sei “lezioni”  è un nuovo piccolo contributo dell’UBC e del MBC alla voglia e alla gioia di “restare in piedi” in quanto cittadini. “Sezano” ha incontrato altri “luoghi” animati  dalla stessa voglia e gioia a Reggio Emilia, a Città di  Castello, a Bologna, in Puglia, a Brescia, a Schio, a Quarrata, a Lugo, a  Bergamo, a Napoli… Cosi è stato possibile pensare e costruire il ciclo..       

Il programma
Nel 2009 il Premio Nobel per l'economia è stato attribuito ad un americano (come al solito…!), la signora Elinor Ostrom, per i suoi lavori sui beni comuni. Profondamente ispirati  da una  cultura liberale americana, i lavori di Elinor Ostrom, hanno dato impulso alla diffusione di una nuova scuola liberale sui beni comuni. Secondo la concezione della Ostrom, l'elemento centrale della definizione e della pratica di gestione dei beni comuni è l'esistenza di "appropriators", cioè di un soggetto collettivo di "appropriatori" la cui appropriazione comune costituisce l'atto di fondazione e di formazione dei beni comuni. Un bene comune esiste perché ci sono delle persone che insieme,  per volontà o per necessità, sono portati a condividere l'uso e quindi la gestione comune del bene. l beni comuni dipendono quindi dalla libertà  ed adesione di persone e di gruppi a regole di gestione comune di detti beni.  L'introduzione della soggettività degli attori nella definizione dei beni comuni e della loro gestione ha contribuito a dare legittimità teorica e "politica" ai processi di privatizzazione dei beni comuni sotto la forma di nuovi "mercati cooperativi", nella pretesa di superare la dicotomia Stato/Mercato. In questa visione non v'è alcuna relazione tra beni comuni e diritti umani.  I diritti umani non entrano in gioco. Anche il principio di "gratuità" e quello di "mutualità" spariscono dalla riflessione e dalla pratica gestionale. 
Anche per queste ragioni, abbiamo pensato che sia opportuno cominciare   il ciclo di lezioni  con una  giornata di "chiarificazione" su cosa si intende, si può e si debba intendere per "beni comuni", "beni comuni pubblici" e per "economia dei beni comuni", partendo non solo da elementi teorici ma soprattutto dall'esperienza collettiva sociale storica. Questo compito è affidato alla prima lezione che si terrà a Sezano il sabato 14 dicembre 2013 .
Ogni lezione si articolerà in due momenti interrelati:
- il mattino, sarà il momento teorico (le idee, le parole)
- il pomeriggio, sarà il momento di laboratorio, di lavoro in comune ( il vissuto concreto).
E' nostra opinione che non tutto è o può diventare un bene comune pubblico. I beni comuni pubblici non sono legione. Essi sono indissociabili dai diritti umani e dallo Stato dei diritti. Per questo sono della responsabilità esclusiva dei "poteri pubblici" specie eletti democraticamente, una responsabilità non trasferibile  a soggetti privati aventi scopi di lucro. Far credere che i beni comuni pubblici "non sono né Stato né Mercato" è una mistificazione perché essi sono per definizione "res publica", "Stato" e certamente non "Mercato". L'idea che la gestione dei beni comuni pubblici possa essere delegata a soggetti privati non aventi scopi di lucro; considerati pertanto come dei "soggetti pubblici non statali", fa parte dei fenomeni che le nostre società hanno promosso e promuovono allorché lo Stato non è capace di esercitare le sue funzioni e preferisce od è obbligato a trasferire ad altri soggetti, privati, i propri compiti. Si tratta di una opzione per default e non perché essa sia considerata la formula che consente  meglio ottimizzare la gestione dei beni comuni pubblici. Come si vede, le "dispute" teoriche e "politiche" relative alle scelte concrete sono importanti e numerose.
Lo scopo del ciclo di lezioni essendo quello di imparare e condividere le conoscenze per agire insieme,  proponiamo con le quattro lezioni successive,  dalla seconda alla quinta lezione,   di scendere sul terreno concreto ed esaminare la situazione, i problemi, le opportunità e le soluzione dei beni comuni pubblici alla luce:
- di alcuni esempi quali la salute, il lavoro, la conoscenza, l'educazione, l'informazione, l'alloggio/la città, e
- dei livelli "territoriali" ; in particolare il livello locale/regionale ed il livello europeo. 
La questione centrale delle quattro lezioni sarà : cosa fare, e come,  per concretizzare l'economia dei  beni comuni pubblici nelle società europee? 
La seconda lezione si terrà a Bologna il 18 gennaio 2014 e porterà sulla salute  ed il lavoro, sotto la responsabilità della rivista Inchiesta e con la collaborazione, tra altri, della FIOM.  Non c'è giorno che passa senza la dimostrazione che lo smantellamento generale del diritto alla salute trova le sue origine strutturali nella privatizzazione della conoscenza del vivente e quindi nei prezzi delle medicine e dei servizi medici fissati dall'industria farmaceutica, causa principale, congiuntamente alle politiche di riduzione delle tasse sul reddito e sui profitti,  dell'aumento considerevole dei costi della salute di un Paese a carico della finanza pubblica e quindi dell'indebitamento pubblico nei confronti dei mercati finanziari. Altrettanto quotidiana  è l'esperienza dell'imbroglio nel quale le i gruppi dominanti hanno imprigionato i rapporti tra salute e lavoro obbligando i cittadini, cosa paradossale ed inaccettabile, a dover scegliere tra malattia o occupazione. Come liberare il mondo del lavoro da siffatta prigionia? 
La terza lezione si terrà a Reggio Emilia il 15 febbraio 2014 in stretta collaborazione con 'Il tavolo dei beni comuni" di Reggio Emilia  e porterà specificatamente sui principi, metodi e strumenti di promozione della ri-costituzionalizzazione dei beni comuni a livello di una città, di una regione ed a livello europeo partendo dal caso di Reggio Emilia e dell'Emilia Romagna. Il vangelo dei prezzi, cioè la monetizzazione  della vita,  che i poteri forti dell'UE sono riusciti ad imporre per la "gestione detta efficiente" dei servizi comuni pubblici è lo strumento chiave della subordinazione dei diritti umani alla teologia universale capitalista (TUC). La creazione di nuove monete locali e la re-invezione di imprese cooperative realmente mutualiste possono costituire degli strumenti di liberazione dal "vangelo dei prezzi"?     
La quarta lezione si terrà a Grottaferrata - Roma  il 22 marzo 2014,  data  della Giornata mondiale dell'acqua, e porterà sull'acqua e l'abitato,  e sarà quindi centrata sui nessi tra acqua, agricoltura, industria  casa e salute.  in realtà, il problema chiave dell'acqua e dell'abitato in Europa per i prossimi due-tre decenni (minimo) sarà la sanificazione delle acque a monte e a valle del ciclo lungo dell'acqua . Ciò interesserà sempre di più l'uso delle acque per l'agricoltura e l'agro industria ed i problemi d'inquinamento di origine industriale. per rendere l'acqua potabile buona per usi umani accessibile a tutti nella quantità indispensabile per soddisfare il diritto umano all'acqua occorrerà togliere all'industria chimica e d all'industria tecnologica i delle infrastrutture e dei servizi relativi il potere di comando (in particolare attraverso il prezzo dei prodotti e dei servizi di sanificazione). In questo contesto , il valore speculativo del suolo e dei vari "territori" condizionerebbe  lo "sviluppo" delle "città sostenibili".  Come l'industria farmaceutica è riuscita a conquistare il dominio nel campo della salute grazie ai prezzi dei medicinali e dei servizi medici, così v'è il rischio  che l'industria chimica (e settori annessi)  s'impadronisca del controllo della  salivazione attraverso i prezzi dei prodotti chimici. 
La quinta lezione si terrà a Città di Castello il 12 aprile 2014 e porterà sull'educazione, la conoscenza e l'informazione. L'educazione è di nuovo, dappertutto in Europa, al centro dell'agenda politica, critica, a causa soprattutto di tre fattori strutturali: i mutamenti tecnologici (in particolare le tecnologie d'informazione e di comunicazione), i mutamenti socio-demografici (in relazione, principalmente, alle immigrazioni dette "extracomunitarie") , ai mutamenti economici ( nel campo del lavoro, nell'organizzazione delle imprese, il disastro economico attuale). La sua trasformazione in sistema di "formazione", strettamente strumentale al mondo delle imprese (mestieri e occupazione remunerata),  e conseguente mercificazione e privatizzazione dei "servizi formativi"; ne hanno fatto un esempio par
adiabatico della fine dei diritti umani e del principio di gratuità. Com'è possibile  ristabilire il principio di gratuità e di responsabilità pubblica  per l'educazione?   
Da qualunque angolo di analisi si parta, la partecipazione dei cittadini è parte essenziale dell'intera problematica dei beni comuni pubblici. Non é necessario di essere proprietario, ne portatore d'interesse (stakeholder),  per legittimare il diritto e l'indispensabilità del  cittadino a partecipare ai processi decisionali per il governo dei beni comuni prima e dopo le decisioni.
Per questo proponiamo di chiudere il ciclo di lezioni dedicando  la sesta lezione alla partecipazione dei cittadini, dalla comunità locale all'Europa. La sesta lezione si terrà in Puglia il 10 maggio 2014. La partecipazione dei cittadini è sulla bocca di tutti, ma pochi ci credono, in particolare in seno alle classi dirigenti. Le elezioni politiche europee si terranno dal 22 al 25 maggio. A luglio inizierà il nuovo semestre d italiano di presidenza dell'Unione europea. La sesta lezione può' essere un momento collettivo pubblico di rilievo sul piano dell'espressione di una cultura forte dei beni comuni. 

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