da Luca Cecchi | ultimo rapporto arpav su inquinamento da pfas | articolo di Vvox 27.03.2018 - Monastero del Bene Comune

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venerdì 6 aprile 2018

da Luca Cecchi | ultimo rapporto arpav su inquinamento da pfas | articolo di Vvox 27.03.2018

Monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque superficiali del Veneto - Periodo di riferimento: 2013 - 2017
https://drive.google.com/file/d/1zffSHqHHkUjBv7-Bbs_GpPdNhY7i_VF2/view?usp=sharing

L’INQUINAMENTO DA PFAS: L’ORIGINE, LA DIFFUSIONE NELL’AMBIENTE ASPETTI IDROLOGICI E GEOLOGICI
https://drive.google.com/open?id=1hEXE287AGZ2pdHduR3ffWiWYbhktkMk3

https://www.vvox.it/2018/03/27/pfas-fiumi-inquinati-in-veneto-la-mappa-dellarpav/









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Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale in Veneto) ha pubblicato l’esito del “Monitoraggio delle sostanze perfluoro-alchiliche nelle acque superficiali del Veneto”(qui il pdf del rapporto). Il documento getta luce sull’estensione dell’inquinamento da Pfas nei fiumi della nostra Regione. Lo studio è stato condotto dal 2013 al 2017. Sono stati messi sotto controllo oltre 175 siti e realizzate oltre 8.800 analisi. L’Arpav conferma che i bacini idrografici più compromessi sono quelli del Fratta Gonzone e del Bacchiglione (in particolare il Retrone, il Bisatto e il Battaglia). La presenza di Pfas è stata rilevata anche nel canale Piovego a Padova, nel fiume Po, nel tratto terminale del Brenta e nello scolo Poazzo nel rodigino. Superano i limiti delle concentrazioni inquinanti anche il bacino scolante nella laguna di Venezia, il Fissero, il Tartaro, il Canalbianco.
Gli inquinanti per cui si registrano gli sforamenti sono i Pfos e i Pfoa mentre gli altri Pfas rimangono sotto la soglia di guardia. Le maggiori concentrazioni di Pfos e Pfoa si trovano sul rioAcquetta e Togna a monte dello scarico del collettore AricaDiminuiscono nel 2017 invece le concentrazioni rilevate nei corsi d’acqua Poscola, Lozzo, Masina. Il rapporto ha anche quantificato i carichi di Pfas annui nei bacini più interessati dalla contaminazione: «nel bacino del Fratta Gorzone – si legge – lo scarico del collettore Arica contribuisce al 50% del carico complessivo generato nel bacino mentre i restanti 40 chili/anno sono riconducibili all’acqua di falda drenata nel reticolo superficiale a monte dello scarico e dal sistema Agno Guà. Il carico dal fiume Retrone è sui 70 chili/anno di Pfas. I carichi dal bacino del Fratta Gorzone e del fiume Bacchiglione ammontano a circa 150 chili/anno, di cui il 73% circa è imputabile agli scambi acque sotterranee e acque superficiali».

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