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lunedì 30 dicembre 2013

> IN PIEDI POPOLO ITALIANO. TUTTI I #CIE DEVONO CHIUDERE SUBITO

DICHIARAZIONE 
Gruppo  promotore “Dichiariamo Illegale la Povertà”  (DIP) (*)

In piedi, popolo italiano! Non  possiamo accettare che sull’altare dell’ipocrita  “non c’è posto per tutti”  si continuino a perpetrare atti disumani, in nostro nome ed  in ottemperanza  di leggi di stampo razzista (leggi Turco-Napolitano del 1996 e Bossi-Fini del 2002) di cui dobbiamo vergognarci. I CIE (dapprima chiamati Centri di Permanenza Temporanea) sono stati istituiti secondo l’art.12 della legge Turco-Napolitano! Accettare il “non c’è posto per tutti’ nei confronti degli immigrati significa  accettare che, anche in casa Italia, “non c’è posto per tutti”, legittimando cosi  le generazioni  di giovani sacrificati (45% dei giovani sono senza prospettive di lavoro: “non c’è lavoro per tutti”) ed  i milioni di famiglie sempre di più impoverite... (“non c’è casa né denaro per tutti”) e di bambini poveri. C’è invece posto nel bilancio dello Stato per i miliardi di euro necessari per l’acquisto di 90 aerei da caccia F35. Per la guerra c’è posto, non per la giustizia. 
Ci era stato detto che sarebbe stato difficile chiudere i CIE a livello italiano perché l’apertura dei Centri d’Identificazione e di Espulsione (CIE)  “ è stata decisa  dall’Unione europea dai paesi firmatari degli Accordi di Schengen”.  La chiusura del CIE di Lampedusa, il 24 dicembre scorso, dopo lo scandalo della pulizia “igienica” degli immigrati sopravvissuti alla “traversata della morte”, dimostra invece che non v’é alcuna ragione di mantenere in vita un’istituzione che è “fuori legge” da tutti i punti di vista, in un Paese dove il governo non fa altro che affermare di voler fare rispettare le legalità.  
In piedi , popolo italiano! Non v’è alcuna ragione che le Autorità Pubbliche italiane mantengano in vita luoghi riconosciuti da tutti, anche dalle delegazioni di deputati e di senatori che hanno ispezionato i CIE  come luoghi scandalosi ed insopportabili sul piano dei diritti umani. I CIE in Italia non rispettono la legalità repubblicana e nemmeno la legge che li ha creati. A titolo di esempio  fra le  tante altre violazioni: le persone “accolte” nei CIE  vi dovrebbero restare al massimo per 18 mesi (il che è enorme). Invece c'è gente che vi permane molto di più essendo trattati, inoltre, come se fossero dei detenuti  pur  non essendo accusati di  alcun reato. 
In piedi, popolo italiano! Noi Italiani siamo  discendenti, ed eredi, di intere generazioni di emigrati tra il Sud ed il Nord dell’Italia e  verso l’Europa e le Americhe. Come le quarantamila persone che hanno perso la vita nelle acque del Mediterraneo in  quest’ultimi anni tentando di raggiungere le sponde dell’Italia o della Spagna, molti degli emigati italiani persero la vita nell’attraversamento dell’Atlantico. Non parliamo delle storie di razzismo e di rigetto sociale vissute da milioni d’emigrati italiani all’estero (e quelli dell Sud in casa nostra). L’attuale  passiva accettazione e forte indiffferenza  della maggioranza degli Italiani rispetto a quanto di antiumano ed antisociale rappresentano i CIE sono l’espressione  di un popolo che ha svenduto la propria memoria storica, la propria identità e la sua dignità in cambio di una sicurezza e di un benessere riservati, per di più, per i più ricchi, i più potenti. Qualora l’Unione Europea “permettesse” la permanenza dei CIE in Italia,  essa confermerebbe ciò che da anni gli Europei  hanno imparato e cioé che l’Unione europea attuale non  rispetta la giustizia né applica concretamente i principi di umanità e di solidarietà affermati nei Trattati costitutivi dell’UE. Una grande ondata di regressione sociale ha spazzato via, negli ultimi venti anni, i fondamenti dello Stato sociale  di cui l’Europa era fiera, a giusto titolo. Oggi l’Europa ha fatto della politica contro i migranti il suo cavallo di battaglia per legittimare i sacrifici umani e sociali che sta imponendo in nome della profonda crisi economica di cui è co-responsabile con i dirigenti americani USA. Addirittura, in questi giorni, gli Europei hanno deciso di fare un passo avanti nella militarizzazione delle frontiere sud dell’Europa autorizzando il pattugliamento del Mediterraneo con navi da guerra per... lottare contro “l’immigrazione clandestina”.
In piedi, popolo italiano! Non possiamo ulteriormente accettare che migliaia di esseri umani siano ingiustamente reclusi e sottoposti a trattamenti disumani perché hanno sperato di trovare in Italia o in Europa  una nuova vita.
Facciamo sapere ai nostri parlementari  e “leaders” con migliaia di e-mails che noi cittadini domandiamo la chiusura definitiva di tutti i CIE in seno  all’UE e la messa a punto di un piano di  accoglienza e  regolarizzazione, europeo di preferenza, dei movimenti migratori alla cui realizzazione occorre coinvolgere in maniera diretta e coordinata  il mondo delle ONG e dell’economia sociale, cooperativa, solidale. Al razzismo di Stato ed all’esclusione da indifferenza sostituiamo  lo Stato di diritto e la responsabilità e la testimonianza collettive. Non dobbiamo più aspettare....Gli immigrati  non possono aspettare.

(*) Questa nota interviene in adesione e sostegno da parte nostra della campagna “Lasciatecientrare” la più significativa fra quelle in corso per la riconquista del diritto di migrare e  la chiusura dei CIE e dei CARA. Vedi



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