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giovedì 7 novembre 2013

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APRA 3
Audizioni Pubbliche Regionali sull'Acqua
Verona 14 Ottobre 2013

REPORT

La terza Audizione Pubblica Regionale sull'Acqua (APRA) che si è svolta a Verona è stata, a detta di molti dei presenti, molto positiva.
Ha aperto i lavori il vicepresidente del Consiglio Regionale Veneto Franco Bonfante che ha elogiato il percorso delle Audizioni come un'esperienza nata dal basso, di ascolto di proposte, che ha preso forma e ha portato la discussione su temi come quello dell'acqua, fondamentali per il futuro della nostra Regione.
Bonfante ha citato il nuovo Statuto regionale ricordando gli articoli 5, 8 e 9 dove si parla di sussidiarietà, di diritto universale all'acqua e di partecipazione come elementi basilari della convivenza e della democrazia.
La relazione di Riccardo Petrella (Dossier Strategico 3) dal titolo "ACQUA E VENETO, una Regione che cambia. Alla ricerca di nuove prospettive per il governo delle acque" era suddivisa in quattro parti e dopo aver fatto un'analisi sul capitale di conoscenza accumulato nelle precedenti audizioni, si è soffermata sulle cause del degrado delle acque in Veneto. Dall'ipersfruttamento delle acque (fiumi e falde), al consumo insostenibile del territorio, ai cambiamenti della nuova "geografia umana e societale legati al nuovo sistema urbano del Veneto. La necessità di regole e di ri-ordinamento nel settore dell'acqua, che devono essere chiare, non precarie e rispettate come accaduto per i referendum del 2011. Nessun gestore del servizio idrico del Veneto ha rispettato gli esiti referendari e questo è un fatto molto grave perché si è preferito sostenere la settorialità dei "portatori d'interessi" alla politica di programmazione, compito che una classe dirigente politica eletta ha il dovere di fare.
Riccardo Petrella si è soffermato molto sulla centralità del governo dei "nessi" tra acqua, agricoltura, alimentazione, salute, energia, casa, trasporti. E' qui emersa una delle principali criticità della politica dell'acqua nostrana: il dissesto idrogeologico del territorio. La necessità di un vero governo del territorio che, come richiesto nelle precedenti audizioni da moltissime associazioni di categoria (Sindacati, Commercianti, Artigiani, Unione Veneta Bonifiche, Università), parta da uno stop alla cementificazione, alle grandi opere inutili e si interroghi sugli effetti della "nuova modernità della crescita dei mercati" su scala mondiale che ha sconnesso le attività produttive e di consumo dal loro territorio, ridotto ormai a "risorsa"utilizzabile in funzione del suo rendimento per i grandi gruppi commerciali e finanziari.
Riportare al centro dell'attenzione i temi dell'acqua, significa riportare al centro i legami della società con il suo territorio, i suoi valori e priorità, la sua storia, le sue politiche.
L'acqua è vita, è territorio, è agricoltura, è salute, è energia. Tutte queste dimensioni sono vissute direttamente a livello delle comunità locali. Qui sta il senso del principio di PROSSIMITÀ di cui l'acqua è un'espressione tra le più forti. L'acqua quindi come espressione della comunità dell' ABITARE IL TERRITORIO".
Quale politica quindi per un "divenire pensato e voluto?" ha chiesto Riccardo Petrella. Il tutto è legato agli "attori, alle loro visioni, alle loro scelte".
Trascriviamo in corsivo le parti del Dossier Strategico APRA 3 che riportano il cambiamento di paradigma.


Figura 3 (DOS3)
Le linee d'orizzonte al 2027 per la politica europea dell'acqua
secondo le Istituzioni europee


Dovremmo SOSTITUIRE i valori che l'Europa ci impone attraverso

  • la politica della "Water for Efficienty" basata sull'acqua vista essenzialmente come "risorsa" strategica per l'economia/crescita economica, ma a rischio di rarefazione a causa di una gestione NON efficiente perché NON fondata su un valore economico di mercato dell'acqua e dei servizi idrici;

  • ritenendo il tema "chiave" dell'acqua come un problema unicamente di "gestione" efficiente di una risorsa rara la cui soluzione ottimale passa attraverso l'applicazione al campo dell'acqua dei principi del mercato e dei dispositivi finanziari privati (MONETARIZZAZIONE DELL'ACQUA)

(vedi Figura 4 DOS3 “Le linee d'orizzonte al 2027 per la politica europea dell'acqua secondo le Istituzioni europee)

con valori basati su una visione comunitaria e cooperativa che si snoda su un intreccio di relazioni e di processi.


Figura 7 (DOS3)
Le possibili linee d'orizzonte 2027 per una politica regionale
veneta alla luce e in risposta alle agende europee


Al posto dei quattro assi identificati per l’analisi delle linee d’orizzonte al 2027 per la politica europea nella concezione dell’Unione europea (vedi Figura 8 DOS3), Riccardo Petrella ha introdotto quattro assi, differenti, in piena coerenza con i postulati di base e le problematiche emerse nel corso dell’insieme dei lavori APRA, e cioè:

l’asse della sostenibilità per la vita (al posto dell’asse della sostenibilità per la crescita)
l’asse del bene comune e dei servizi idrici pubblici (al posto dell’asse della mercificazione)
l’asse del governo (al posto dell’asse dell’efficienza per la finanza)
l’asse del vivere insieme: città e cittadini (al posto dell’asse della governanza economica).

Questi cambi risultano dal doppio filo rosso di APRA fondato su una visione comunitaria e cooperativa della politica dell’acqua differente dal doppio filo rosso che ha ispirato le scelte delle istituzioni europee. Il filo doppio concerne, da un lato, le concezioni dell’acqua, e dall’altro, le concezioni dell’Europa.

La visione comunitaria e cooperativa si snoda su un intreccio di relazioni e di processi:
A) che vede nell’acqua un bene comune pubblico, in quanto alla base del diritto umano all’acqua per la vita e del diritto dell’acqua ad essere protetta e garantita per il buono stato dell’ambiente. Da qui la sua funzione indispensabile in quanto fattore di benessere;
B) che considera che il problema chiave della politica dell’acqua è l’uso e la conservazione per la sicurezza collettiva, in una visione del ciclo lungo dell’acqua che impone una programmazione a lungo termine ad opera della collettività;
C) che stima che le soluzioni ed i mezzi corrispondenti sono della responsabilità collettiva pubblica la cui configurazione politica, sociale e territoriale critica è la città;
D) che pensa che la realizzazione della responsabilità collettiva pubblica passa principalmente attraverso forme di governo cooperativo, democratico e partecipato. Da qui l’insistenza sulla città e sui cittadini.

In questo quadro, la visione comunitaria e cooperativa:
1. vede nell’Europa una comunità di cittadini da costruire a partire dalla promozione e condivisione dei beni comuni essenziali ed insostituibili alla vita degli Europei secondo i principi del federalismo sovranazionale ed in una visione solidarista aperta su scala mondiale. Nel campo dell’acqua, lo scopo dell’Europa in quanto comunità di cittadini è di riconoscere e “costituzionalizzare” l’acqua bene comune europeo ed il diritto umano europeo all’acqua, facendo avanzare la costruzione di una comunità europea dell’acqua.
2. considera che rispetto all’acqua, il ruolo prioritario degli Stati membri e, in loro seno, delle Regioni è per l’appunto quello di salvaguardare e rinforzare la costituzionalizzazione dei diritti alla vita e dei beni comuni pubblici al servizio del vivere insieme bene. Onde, il problema chiave della politica europea dell’acqua è rinforzare il quadro normativo e l’assetto istituzionale pubblico del governo dei nessi tra acqua, agricoltura, alimentazione, salute, energia, casa, trasporti...
3. e stima che la città è lo spazio territoriale costruito ottimale in quanto spazio sociale di comunità di base capace di assicurare un governo cooperativo, democratico e partecipato.

Un doppio filo rosso assai complesso, corrispondente alla realtà delle persone e delle comunità di cittadini , alle loro potenzialità e programmi cosi come ai fatti e processi della natura sempre meno ‘naturali’ e sempre più “man made”.
Al di là di ogni possibile retorica, il doppio filo rosso qui snodato e centrato sui beni comuni, sul diritti alla vita, il principio dell’integralità della vita, la responsabilità collettiva pubblica, la sicurezza collettiva, il vivere insieme bene, la città e la partecipazione dei cittadini, rappresenta un “percorso” ricco di ingredienti e di passaggi affinché la storia della regione veneta, e delle altre regioni, sfugga alle tendenze oligarchiche e corporativiste della “governance dei portatori d’interesse” oggi dominanti nei circoli dirigenti europei, per iscriversi in quella comune e responsabile dei “portatori di comunità”.

L’esplicitazione di quanto sopra è data dalle otto linee di orizzonte riassunte nella Figura 8 (DOS3) di cui descriveremo ora i contenuti concreti possibili.
La Linea 1 (Ridare futuro ai sistemi eco-acquatici) in congiunzione con la Linea 3 (Per un governo dei nessi) dovrebbero dar vita ad un “Patto delle città”attorno a tre iniziative intereconnesse:
  • i contratti di fiume” che richiederanno il coinvolgimento, indispensabile, di una grande varietà d’attori;
  • i nuovi fiumi urbani”, per rimettere l’acqua in mezzo al villaggio nel contesto di una nuova alleanza tra città e acqua favorevole anche ad una agricoltura urbana,
  • mettere fine all’iperconsumo del territorio”.
Le tre iniziative avrebbero degli sbocchi operativi significativi anche per le Linee 3 e 7.
La linea 2 (Far crescere la conoscenza condivisa) e la linea 4 (Verso la demonetizzazione dell’acqua) potrebbero ispirare un ambizioso progetto “Le case della sostenibilità per la vita. Conoscere per cambiare il futuro” centrato sullo sviluppo e la diffusione di nuove conoscenze, promozione di nuovi mestieri e nuove imprese senza scopi di lucro, di pratiche innovative socioeconomiche di demonetizzazione dei servizi comuni pubblici, di iniziative “al di là dei soldi”...)
La linea 4 (Le città, spazi di comunità per nuove coesioni e relazioni con la natura) e la linea 8 (La capacità di futuro. Concretizzare la partecipazione dei cittadini) potrebbe essere all'origine di un progetto fondamentale “Costruire la comunità per l’abitare. Piste e realizzazioni”. Si tratterebbe di re-inventare a partire da una piattaforma di governo dei nessi dell’acqua, un nuovo sistema di imprese pubbliche e private cooperative, miste, per lo sviluppo di territori/città/ coesi ed integrati, riattivando se fattibili alcune concezioni della tradizione olivettiana di “comunità”.
Le linea 3, 5 e 7 costituiscono un insieme di problemi, criticità ed opportunità di grande rilevanza per un’altra maggiore iniziativa APRA veneta prioritaria centrata sulla finanza “Per una nuova finanza dell’acqua al servizio della comunità regionale”, il cui scopo sarebbe quello di identificare e valutare principi e dispositivi che consentiranno agli abitanti della regione di liberarsi dall’asservimento ai mercati finanziari e dare futuro ad un vivere insieme ed al diritto all’acqua per la vita grazie ad una finanza giusta, inclusiva e creatrice di ricchezza comune.

Le proposte che la Regione Veneto potrebbe indirizzare alle autorità europee sono le seguenti:
  1. organizzare a Bruxelles prima delle elezioni europee del maggio 2014, come Regione Veneto,un incontro strategico sugli scenari del 2027 della politica dell'acqua in Europa, al quale invitare i rappresentanti del Comitato europeo delle regioni e del Comitato Economico e Sociale Europeo;
  2. redigere un "libro bianco" sulle soluzioni cooperative intra-europee in tema di gestione delle acque e dei bacini idrografici transregionali e transnazionali europei allo scopo di contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici di origine antropica.
  3. promuovere un nuovo cooperativismo e mutualismo regionale ed europeo attraverso la creazione, per esempio, della rete europea di Casse di risparmio regionali dell'acqua.
  4. modifica dell'articolo 14 della Direttiva Quadro Europea dell'acqua sulla partecipazione del pubblico in conformità ai principi fissati nello Statuto Regionale del Veneto del 2012.

All'Audizione di Verona erano presenti i portavoce delle organizzazioni di rappresentanza dei settori dell'economia,, del sociale e della ricerca:
Agricoltori, Artigiani, Commercianti, Consorzi di Bonifica, Sindacati, Ricercatori (ENEA), Civiltà dell'acqua, Enti d'Ambito Territoriale Ottimale, Autorità di Bacino, Enti Gestori del SII.

- I portavoce degli Agricoltori si sono dichiarati insoddisfatti della relazione di Riccardo Petrella sostenendo che si vuole limitare le libertà dell'agricoltore sui consumi di acqua. Si sentono accusati di essere i maggiori consumatori di acqua ma, non vogliono sentire parlare di limiti in quanto sono produttori di cibo. Sostengono di essere gli unici che stanno facendo qualcosa sul risparmio idrico.
- Il rappresentante dei Commercianti ha detto un secco "NO " alla variante del PTRC.
- L'Unione Veneta bonifiche ha insistito sulla forte pressione antropica sull'acqua: dichiara di essere disponibile alla politica dei nessi con le altre realtà e si propone ad esempio per una collaborazione sulla gestione delle acque meteoriche delle città, propone i "contratti di fiume" come strumenti di governance che coinvolgono le realtà locali e politiche di contenimento del consumo del suolo.
- La CGIL insiste sul fatto che bisogna scongiurare la mercificazione in atto dell'acqua e parla delle contraddizioni tra le scelte politiche fatte finora dalla Regione Veneto e le indicazioni delle APRA.
- Civiltà dell'acqua chiede che alle società pubbliche come quelle del SII sia garantita la bancabilità.
- Il rappresentante dell'Autorità di Bacino fa notare come queste istituzioni lavorano sempre in condizioni di emergenza e , spesso non riescono a produrre degli studi seri per vari motivi tra cui uno stato che non garantisce il funzionamento. Propone alla Regione di farsi promotrice per far funzionare i Distretti idrografici che spesso esistono solo sulla carta.
- Per il Forum dei movimenti dell'acqua sono intervenuti :
  1. Lucia Ruffato del Comitato bellunese ABC che ha richiamato la Regione al recepimento della Direttiva Europea sulla tutela delle acque e in attesa del corretto recepimento è necessario bloccare le autorizzazioni per le nuove centrali o centraline per la produzione di Energia elettrica e fare un piano energetico
  2. Luca Cecchi, che ha sottolineato come la Regione Veneto sia una regione "ammalata" con un inquinamento delle acque molto elevato e un uso insostenibile delle acque (il Veneto consuma più acqua di quella che si rigenera nel ciclo naturale); ha sottolineato anche il pericolo di perdita della rappresentanza degli enti locali sostituiti nelle funzioni dai gestori dei servizi idrici ed altro che sono diventati essi stessi soggetti che fanno politica al di sopra degli enti locali. Bisogna uscire dalle logiche del mercato se si vogliono garantire i diritti delle persone e dell'ambiente. Si è sottolineato la necessità di una politica dell'acqua con una visione "lunga" almeno a 25-30 anni che parta dal principio di garantire l'accesso all'acqua potabile alle future generazioni e sia connessa con tutti gli aspetti della comunità veneta che prima erano visti separatamente: l'agricoltura, la salute, l'edilizia, la scuola, l'ambiente, l'economia, la finanza. Bisogna cooperare per ristabilire i nessi tra tutte queste entità per ritrovare quell'armonia nel e del territorio per un futuro possibile per noi e le future generazioni.
- Annamaria Bigon, Sindaco di Povegliano Veronese ha sottolineato come la politica degli EE.LL. possa contribuire in modo importante alla qualità del territorio. Povegliano ha deciso per il ripristino e la riqualificazione delle risorgive (il 40% delle risorgive veronesi si trova in questo comune) e un PAT ( Piano Assetto Territoriale) a consumo "0" del territorio .
- Petra Scanferla del Consorzio Venezia Ricerche ha presentato sinteticamente la sua ricerca sulla "Waterfootprint" (impronta idrica )e ha affermato che in Veneto non è necessario diminuire i consumi o cambiare le colture agricole ma è sufficiente eliminare gli sprechi dell'acqua ???
- Roberto Fasoli, consigliere regionale del PD, ha sottolineato l'importanza delle tematiche dell'acqua e del diritto all'acqua e ha sottolineato come il metodo di coinvolgimento dei vari soggetti sia determinante per costruire un approccio nuovo e partecipativo a temi che riguardano il futuro di tutti noi.
- Alessandro Dell'Aquila, ricercatore ENEA, ha portato il risultato degli studi sui cambiamenti climatici nel Veneto. Le previsioni sono di periodi lunghi di siccità alternati a periodi di piovosità intensa senza uno schema preciso di riferimento. Ha chiesto maggiore attenzione a questi argomenti mettendo in guardia che è necessaria una attenta programmazione del territorio .
- Pietrangelo Pettenò (FSV) ha chiesto di proseguire questo lavoro costituendo un gruppo di studio che segua lo schema adottato fino adesso stimolando ulteriormente alla partecipazione dal basso.
- Nicola Finco (Presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale Veneto) ha concluso la giornata elogiando i risultati fin qui raggiunti, lo spirito costruttivo emerso da tutti i partecipanti e ha proposto il percorso APRA come l'inizio di un nuovo percorso.
Si andrà avanti?

Luca Cecchi


   
 
   

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